Sono stato allevato cristianamente, nonostante le dure prove della guerra.
Alla mia nascita, mia madre mi aveva consacrato al Bambino Gesù di Praga.
Tuttavia, appena ho potuto volare con le mie ali, ho presto abbandonato ogni pratica religiosa ed anche la morale cristiana; salvo il giorno del mio matrimonio, al battesimo dei miei figli e durante le feste militari del nostro Santo Patrono San Michele.
La mia famiglia sarebbe andata distrutta, se non ci fossero stati i bambini.
Un giorno mia moglie, di fronte ai fallimenti della medicina per guarire uno dei nostri bambini, decide di partire da sola per l’Italia per tentare, presso un [frate] Cappuccino, di far ritrovare la salute al bambino.
Si trattava di Padre Pio.
Ero in permesso a casa e detti un’occhiata al libro appena letto da mia moglie «Vita di Padre Pio».
Nel corso della lettura fui talmente turbato che le scrissi una lettera nella quale «vuotavo il sacco». Nello stesso momento decisi di ridare a Gesù Cristo il posto che gli spettava nella nostra casa.
Così all’entrata ho attaccato al muro un crocifisso che da tempo attendeva pazientemente in una scatola. In ogni caso al ritorno di mia moglie la vita riprese come prima.
Ma la Santa Vergine non aveva detto l’ultima parola: ci voleva tutti sotto il suo manto.
Poco dopo il suo rientro, nel marzo del 1974, mia moglie mi disse che sarebbe ripartita per l’Italia coi bambini, con lo stesso scopo del precedente viaggio, ma questa volta in un altro luogo: San Damiano.
Desiderava che io l’accompagnassi… Dopo tutto, perché no?
Ma man mano che il giorno «X» si avvicinava, molte serie ragioni minavano la mia decisione: laggiù si sarebbe dovuto recitare il rosario, non avremmo trovato un hotel… in breve non avevo più voglia di partire.
Ma dato che avevo detto di si, ho comunque accettato di mantenere la mia promessa.
Abbiamo viaggiato in bus con altri pellegrini. L’eccellente atmosfera che si era creata con tutte queste persone mi aveva molto riconfortato e le pie esortazioni di un santo prete che ci accompagnava mi hanno aiutato a partecipare alle preghiere comuni che avevo in massima parte dimenticato.
Al mio arrivo a San Damiano, tutte queste «ragnatele» che mi impedivano di pregare con sincerità erano scomparse. Ero coinvolto e meravigliato dalla semplicità e dal fervore di tutti in questo luogo. Durante la processione in cui fu recitato il rosario, mi sentivo il cuore sempre più grosso ad ogni passaggio davanti al Piccolo Giardino.
Non riuscivo più a dire l’Ave Maria né a cantare. Avrei voluto avere un paio di occhiali da sole… Desideravo confessarmi, ma unicamente presso il sacerdote che ci conduceva con la preghiera nella processione del rosario. Ma purtroppo egli non aveva l’autorizzazione a farlo perché San Damiano a quell’epoca non era ancora stato riconosciuto dalla Chiesa come luogo di preghiera. Ho sofferto fino alla fine del pellegrinaggio. Ma appena ho potuto confessarmi e ricevere l’assoluzione, ho avuto la gioia della mia Prima Comunione.
Ero pieno di fervore e di buone intenzioni. Ero tornato fra le braccia della nostra Mamma e del suo Figlio misericordioso. La mia anima tornata candida era in pace con Dio, sua ragion d’amore e d’essere.
Di ritorno a casa nostra avevamo perso il gusto di partecipare alle cose terrene e questo per molti giorni. Disfando le valigie, una delle nostre figlie ha accidentalmente mescolato tutti i fazzoletti benedetti con gli altri. Se ne rese conto, ma ormai come fare dato che erano tutti bianchi…?
La Regina delle mamme ha ancora mostrato la sua tipica bontà: un profumo di rosa é salito fino al naso di mia figlia, che. credendo di sbagliarsi, chiamò sua sorella ed anch’ella senti un gran profumo di rose venire da alcuni fazzoletti. Una volta tolti dagli altri, i fazzoletti normali ripesero il loro odore di biancheria pulita. Era come un modo per ricordarci le buone intenzioni che ci eravamo ripromessi di mettere in pratica laggiù.
Rosario in famiglia, messa, comunione e una visita al Santissimo Sacramento nel corso della giornata sono diventati un’abitudine per ringraziare delle molte grazie: come ad esempio quella di questa pioggia di rose a mezzogiorno del 25 marzo 1974, festa dell’Annunciazione.
Conservo in me, come il bisogno di aria pura, un richiamo alla preghiera quasi permanente. Ho un vivo desiderio di unirmi al corpo mistico di Gesù, la sua Chiesa.
Ho per il suo capo, il Santo Padre ed i consacrati, un attaccamento che mi era stato sconosciuto fino a quel momento. È alla Madonna delle Rose che dobbiamo la ritrovata armonia nella nostra famiglia che abbiamo consacrato ai Cuori di Gesù e di Maria. Ecco i frutti del piano di redenzione di San Damiano, dove il Cielo é disceso sulla Terra per accogliere i figli prodighi ricondotti da Padre Pio. Che la Terra ed il Cielo cantino le lodi di Dio Amore e quelle di Colei che é Regina e Madre dei Cieli e della Terra.
Fatto alla V.D, di T., il 26 luglio 1974.
J.-P di M. (Francia)
Alla mia nascita, mia madre mi aveva consacrato al Bambino Gesù di Praga.
Tuttavia, appena ho potuto volare con le mie ali, ho presto abbandonato ogni pratica religiosa ed anche la morale cristiana; salvo il giorno del mio matrimonio, al battesimo dei miei figli e durante le feste militari del nostro Santo Patrono San Michele.
La mia famiglia sarebbe andata distrutta, se non ci fossero stati i bambini.
Un giorno mia moglie, di fronte ai fallimenti della medicina per guarire uno dei nostri bambini, decide di partire da sola per l’Italia per tentare, presso un [frate] Cappuccino, di far ritrovare la salute al bambino.
Si trattava di Padre Pio.
Ero in permesso a casa e detti un’occhiata al libro appena letto da mia moglie «Vita di Padre Pio».
Nel corso della lettura fui talmente turbato che le scrissi una lettera nella quale «vuotavo il sacco». Nello stesso momento decisi di ridare a Gesù Cristo il posto che gli spettava nella nostra casa.
Così all’entrata ho attaccato al muro un crocifisso che da tempo attendeva pazientemente in una scatola. In ogni caso al ritorno di mia moglie la vita riprese come prima.
Ma la Santa Vergine non aveva detto l’ultima parola: ci voleva tutti sotto il suo manto.
Poco dopo il suo rientro, nel marzo del 1974, mia moglie mi disse che sarebbe ripartita per l’Italia coi bambini, con lo stesso scopo del precedente viaggio, ma questa volta in un altro luogo: San Damiano.
Desiderava che io l’accompagnassi… Dopo tutto, perché no?
Ma man mano che il giorno «X» si avvicinava, molte serie ragioni minavano la mia decisione: laggiù si sarebbe dovuto recitare il rosario, non avremmo trovato un hotel… in breve non avevo più voglia di partire.
Ma dato che avevo detto di si, ho comunque accettato di mantenere la mia promessa.
Abbiamo viaggiato in bus con altri pellegrini. L’eccellente atmosfera che si era creata con tutte queste persone mi aveva molto riconfortato e le pie esortazioni di un santo prete che ci accompagnava mi hanno aiutato a partecipare alle preghiere comuni che avevo in massima parte dimenticato.
Al mio arrivo a San Damiano, tutte queste «ragnatele» che mi impedivano di pregare con sincerità erano scomparse. Ero coinvolto e meravigliato dalla semplicità e dal fervore di tutti in questo luogo. Durante la processione in cui fu recitato il rosario, mi sentivo il cuore sempre più grosso ad ogni passaggio davanti al Piccolo Giardino.
Non riuscivo più a dire l’Ave Maria né a cantare. Avrei voluto avere un paio di occhiali da sole… Desideravo confessarmi, ma unicamente presso il sacerdote che ci conduceva con la preghiera nella processione del rosario. Ma purtroppo egli non aveva l’autorizzazione a farlo perché San Damiano a quell’epoca non era ancora stato riconosciuto dalla Chiesa come luogo di preghiera. Ho sofferto fino alla fine del pellegrinaggio. Ma appena ho potuto confessarmi e ricevere l’assoluzione, ho avuto la gioia della mia Prima Comunione.
Ero pieno di fervore e di buone intenzioni. Ero tornato fra le braccia della nostra Mamma e del suo Figlio misericordioso. La mia anima tornata candida era in pace con Dio, sua ragion d’amore e d’essere.
Di ritorno a casa nostra avevamo perso il gusto di partecipare alle cose terrene e questo per molti giorni. Disfando le valigie, una delle nostre figlie ha accidentalmente mescolato tutti i fazzoletti benedetti con gli altri. Se ne rese conto, ma ormai come fare dato che erano tutti bianchi…?
La Regina delle mamme ha ancora mostrato la sua tipica bontà: un profumo di rosa é salito fino al naso di mia figlia, che. credendo di sbagliarsi, chiamò sua sorella ed anch’ella senti un gran profumo di rose venire da alcuni fazzoletti. Una volta tolti dagli altri, i fazzoletti normali ripesero il loro odore di biancheria pulita. Era come un modo per ricordarci le buone intenzioni che ci eravamo ripromessi di mettere in pratica laggiù.
Rosario in famiglia, messa, comunione e una visita al Santissimo Sacramento nel corso della giornata sono diventati un’abitudine per ringraziare delle molte grazie: come ad esempio quella di questa pioggia di rose a mezzogiorno del 25 marzo 1974, festa dell’Annunciazione.
Conservo in me, come il bisogno di aria pura, un richiamo alla preghiera quasi permanente. Ho un vivo desiderio di unirmi al corpo mistico di Gesù, la sua Chiesa.
Ho per il suo capo, il Santo Padre ed i consacrati, un attaccamento che mi era stato sconosciuto fino a quel momento. È alla Madonna delle Rose che dobbiamo la ritrovata armonia nella nostra famiglia che abbiamo consacrato ai Cuori di Gesù e di Maria. Ecco i frutti del piano di redenzione di San Damiano, dove il Cielo é disceso sulla Terra per accogliere i figli prodighi ricondotti da Padre Pio. Che la Terra ed il Cielo cantino le lodi di Dio Amore e quelle di Colei che é Regina e Madre dei Cieli e della Terra.
Fatto alla V.D, di T., il 26 luglio 1974.
J.-P di M. (Francia)