La mia prima operazione risale al giugno 2001: il mio utero fu asportato per far risalire la vescica ed i miei organi, nella speranza che tutto reggesse. Purtroppo, in seguito l’operazione non si rivelò soddisfacente.
Fu dunque un fallimento.
Il 2 settembre 2002, il mio ginecologo mi mandò ad incontrare di nuovo un medico urologo ed un kinesiterapista per rinforzare i muscoli del mio addome. Ma nemmeno questo, lo debbo precisare, mi fece risalire gli organi.
Nuovo fallimento.
Il 20 dicembre 2002, alla fine dei miei esercizi di kinesiterapia, sono ritornata, come previsto, dal medico urologo.
Verdetto: bisognava operare.
Mi fu consegnato un foglio da compilare per l’anestesista e mi fu chiesto di prendere un appuntamento con lui.
Il medico mi propose le date seguenti: 15 gennaio 2003, metà febbraio o il 2 marzo.
«Verrà a darmi conferma della data dopo le feste di Natale e dell’anno nuovo», mi disse.
Ma ho superato queste scadenze e poi le ho dimenticate del tutto. Sabato 15 gennaio, ho ricevuto una chiamata telefonica dalla segretaria del medico urologo, nel corso della quale mi si informava che si era verificato un impedimento per operarmi il 2 marzo presso la clinica Majorelle ove sarei dovuta entrare la sera prima della mia operazione.
Mi fu proposto un altro giorno le dissi che prima di contattarla avrei dovuto verificare i miei altri appuntamenti (oculista, etc.).
Martedi mattina del 18 gennaio 2003 l’ho chiamata, chiedendole – con sua grande sorpresa! – di poter fare un’ulteriore visita che fu fissata per venerdi 28 gennaio. Sentivo che qualcosa era successo, specie alla messa del 17 gennaio alle 12, al momento della lettura del Vangelo che parlava del lebbroso al quale Gesu aveva detto: «Và, la tua fede ti ha salvato».
Con lo stesso slancio e lo stesso fervore, la stessa fiducia del lebbroso del Vangelo, ho fatto una preghiera, al momento della consacrazione, domandando al Signore che facesse qualcosa se voleva che io continuassi a recarmi a San Damiano ai piedi della Madonna delle Rose.
In effetti, se mi avessero di nuovo operata, sarei rimasta bloccata per vario tempo e questo sarebbe stato molto fastidioso per me perché in aprile ed in luglio di tanto in tanto, oltre che in altri periodi dell’anno, porto dei pellegrini dalla Madonna delle Rose. E laggiù nel distribuire i miei rosari benedetti dalla Madonna e da un prete nel Piccolo Giardino, facevo molte conoscenze «Fate ed io farò», ha detto la Madonna a San Damiano.
Ho quindi sentito qualcosa che si produceva in me nel mio cuore.
Il Signore mi concesse questa grazia di guarigione. In effetti durante la visita del 28 gennaio, il chirurgo, tutto sorpreso, cercando di capirci qualcosa mi disse: «Non c’è più bisogno di operare.
Gli organi sono ritornati al loro posto; é tutto sistemato».
Allora ho detto: «Che bel miracolo!» Il chirurgo mi ha detto che ogni anno avrebbe verificato il mio stato di salute e che avrei dovuto vederlo a fine 2003 per un controllo, o prima ovviamente, se si fossero verificati dei problemi.
Congedandosi da me mi disse: «Non é un miracolo, é grazie ai suoi sforzi. Mi sono voltata molto sorpresa, perché aveva pronunciato queste parole con forza, come per convincersi dato che non osava ammettere che non comprendeva il perché della mia guarigione. Dopo tutto quello che mi è accaduto, ho telefonato alla mia amica B.K. che mi ha detto: «Avevo chiesto un segno alla Madonna delle Rose ed é lei che me lo ha dato». Continuerò a ripetere che bisogna andare ai piedi della Madonna delle Rose, non abbandonare questo luogo, come ella supplica e chiede.
I mesi sono trascorsi e, in occasione della consultazione presso il mio medico generico nel dicembre 2003 (prima di essere seguita con regolarità da lui stesso e dal cardiologo) mi disse: «E la sua operazione?»
Con sua grande sorpresa gli ho detto allora che non mi ero fatta operare.
E poi gli ho raccontato tutto… Allora lui mi ha risposto: «Di miracoli ce ne possono essere dappertutto, a Lourdes come altrove, ma lei avrebbe dovuto dirlo subito al chirurgo perché non capisce più nulla e bisogna farglielo sapere quando andrà a fare la prossima visita di controllo»
Questa era stata programmata per il 28 gennaio 2004 alle 12. Ci sono andata ed ho raccontato al chirurgo ciò che era accaduto. Dopo avermi ascoltata, mi ha detto: «Sono cattolico. Ha fatto bene a dirmi quello che é successo, perché nel suo caso, si tratta di una guarigione funzionale spontanea. Invierò una lettera al suo ginecologo per informarlo di tutto questo e gliene farò una copia.»
Effettivamente ho poi ricevuto questa lettera, il primo sabato di febbraio, mentre mi trovavo a San Damiano. C’era soprattutto scritto: «… di tipo del tutto spontaneo, questo prolasso si é ridotto ed attualmente non é che al grado l. Questo sul piano pratico significa che non c’è più bisogno di operare».
Per quanto concerne il mio esame dal ginecologo, ci sono andata molto tempo dopo.
Mi ha auscultato e mi ha detto: «Va tutto bene.»
Allora l’ho informato di non aver subito alcuna operazione e poi gli ho raccontato tutto, come avevo fatto in precedenza. Una volta terminato il mio racconto mi ha detto: «Si, ce un Dio creatore!»
Aggiungo che possiedo vari certificati medi che attestano la mia guarigione. E in tutta semplicità e con tutto il mio cuore che dico: «Grazie Madonna delle Rose! »
Che venga il tuo trionfo!
B. 1 marzo 2008 O. R. (Francia)